STORIA DELLO ZUCCHERO

  La Canna


Origini
Nel corso dei millenni che hanno preceduto l’era industriale, la canna ed il miele hanno costituito la sola fonte di sapore dolce nel mondo.
La canna è stata coltivata, fin dall’antichità, nella Nuova Guinea e nelle isole circostanti.
Di qua la canna è migrata verso le Nuove Ebridi, la Nuova Caledonia e le Isole Figi.
La si ritrova più tardi nelle Filippine, in Indonesia, in Malesia, in India ed in Cina.
E’ verso il III secolo a.c. che i mercanti indiani e persiani iniziano ad importare lo zucchero in Arabia ed in Egitto.
Gli arabi hanno appreso dai persiani l’arte di fabbricare lo zucchero in forma solida.
Nel VII secolo gli arabi acclimatano la canna da zucchero nei paesi mediterranei.
E’ così che la canna si impianta nella Valle del Nilo e in Palestina.
Sotto la loro influenza la canna conquista ben presto la Siria, tutta l’Africa del nord, Cipro, Rodi, le Isole Baleari, poi la Spagna del sud.
Sono le crociate che a partire dal XII secolo fanno conoscere lo zucchero alla popolazione europea. Essi scoprono la coltura della canna da zucchero e la vanno ad impiantare in Grecia, in Italia e nel mezzogiorno della Francia.
Questa nuova spezia è allora venduta nelle farmacie a prezzo molto elevato.
L’etimologia della parola zucchero deriva dal sanscrito "sarkara" che significa sabbia.



La scoperta dell’America
La scoperta del Nuovo Mondo segna una svolta nella storia dello zucchero.
Nel 1493 Cristoforo Colombo porta a Santo Domingo delle piante di canna da zucchero provenienti dalle Canarie.
La coltura dello zucchero si estende rapidamente a Porto Rico, Cuba e Giamaica. Tutti i nuovi paesi scoperti e colonizzati nel corso del XVI secolo e all’inizio del XVII si ricoprono di piantagioni di canna.


  La Bietola

Andreas Sigmund
Marggraf, 1709-1782
Effige di Franz Karl Achard (1753-1821), considerato universalmente il padre della barbabietola da zucchero.

I precursori

La storia della barbabietola da zucchero si fa partire all' inzio del 1600 allorchè l' agronomo francese Olivier De Serres descrisse alcuni tipi di bietola "da poco giunti dall' Italia" che, dopo la cottura, davano un succo simile allo sciroppo di zucchero.
Nel 1747 il chimico tedesco Andreas Marggraf riesce a cristallizzare lo zucchero estratto dalle radici di bietole.
Il suo allievo Franz Carl Achard prosegue gli studi su diverse specie vegetali ed arriva alla conclusione che per la produzione di zucchero si prestano meglio le bietole. Da qui inizia la selezione che ha portato alla costituzione della "Bianca di Slesia" la capostipite di tutte le bababietole da zucchero. A seguito di ciò chiede al re di prussia Federico Guglielmo III finanziamenti per proseguire le esperienze.
In quel momento il monopolio inglese sullo zucchero fece sì che tale contributo fosse dato ed in breve tempo Achard fu messo nelle condizione di costruire a Cunern in Slesia il primo zuccherificio, siamo nel 1796.
Nel 1802 tale zuccherificio fu in grado di lavorare le prime bietole.
Successivamente le idee di Achard furono seguite e sostenute anche in Russia.

 

 

Rappresentazione del fittone radicale, dell'apparato fogliare e dello scapo fiorale della bietola (Runkelrübe) utilizzata da Achard per le sue esperienze di coltivazione e di estrazione.

Decisioni napoleoniche

Il suo sviluppo, però, fu decretato da Napoleone. Le difficoltà riscontrate dalla Francia napoleonica di assicurare il suo approvvigionamento di zucchero sono state il vero stimolo per la produzione di zucchero di bietola.
Le ricerche in vista di estrarre lo zucchero da una pianta metropolitana sono incoraggiate dall’imperatore. Nel 1802 Delessert aveva iniziato prove di estrazione e purificazione.
Il 25 marzo 1811 Napoleone autorizzò, con il suo storico decreto la semina di 32000 ettari di bietole e la costruzione, con contributo statale,di numerose fabbriche.
Il 2 gennaio 1812 Benjamin Delessert
riceve a Passy la legione d’onore dalle mani di Napoleone al quale egli ha presentato il primo pane di zucchero di bietola.
Successivamente lo sviluppo in Europa e nel mondo fu inarrestabile.

Il ministro dell'Interno francese presenta a Napoleone (a sinistra) alcuni pani di zucchero prodotti dalla bietola.

La canna contro la bietola
I produttori di zucchero di canna e i produttori di bietole da zucchero iniziano una guerra commerciale senza tregua.
A dispetto di questa rivalità la produzione di bietola prosegue il suo volo.
Alla fine del XVIII secolo la Francia conta circa 350 zuccherifici e produce circa 600.000 tonn. di zucchero.
L’abolizione della schiavitù nelle colonie travolge il rincaro dello zucchero di canna e penalizza severamente gli importatori.
All’inizio del XX secolo lo zucchero di bietola prevale in maniera decisiva sulla canna: copre i 3/5 del consumo mondiale.
All’alba del III millennio oggi l’equilibrio canna bietola è rovesciato.
Dei 111 paesi produttori di zucchero 73 coltivano la canna da zucchero e forniscono i ¾ della produzione mondiale dello zucchero.
Oggi lo zucchero di canna e lo zucchero di bietola è ormai una derrata disponibile in tutto il pianeta.
 


Emilio Maraini è considerato il fondatore dell'industria saccarifera italiana. Nato a Lugano nel 1853, acquisì l'esperienza professionale in diversi zuccherifici in Olanda e in Boemia. Morì a Roma nel 1916.

 

 

L' Industria e la bieticoltura in Italia
Nel 1809 apparve in Italia un primo manuale sulla coltivazione della bietola cui è seguita, nel 1880, una valida trattazione dei vari aspetti della coltivazione in ambiente italiano a cura di Berti-Pichat.
Dopo il primo decreto napoleonico anche in Italia fu incentivata la coltivazione della bietola e la costruzione di impianti di trasformazione.
I primi due zuccherifici furono costruiti a Borgo San Donnino e a Genova ma non entrarono mai in funzione per varie difficoltà così come fallirono analoghe iniziative a Pontremoli,Torino e Verona. Finita l' era napoleonica cessarono le iniziative per la coltivazione della bietola. Altre iniziative furono intraprese ma tutte finirono nell' insuccesso.
Il primo vero impulso avvenne per opera di Emilio Maraini che ristrutturò il vecchio stabilimento di Rieti nel 1887 e acquisì quello di Savigliano nel 1894.
Rieti fu il primo stabilimento italiano che entrò in effettiva produzione.

 



   
 
Zuccherificio di Rieti
 
Due nuovi zuccherifici entrarono in funzione nel 1896, 13 nel 1899, e 28 nel 1900.
Dopo il 1900 il numero delle fabbriche aumentò ancora anche se in misura più attenuata.

Questo sviluppo impose, però, oltre all' adeguamento tecnologico delle fabbriche un' adeguamento dell' agronomia.
E qui entra in scena uno dei giganti della bieticoltura: Ottavio Munerati. Fu costituita la Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltuta a Rovigo di cui Munerati assunse la guida avendo già lavorato sulla bietola e pubblicato una monografia fondamentale.
Munerati ebbe un ruolo importantissimo e fondamentale nel definitivo consolidamento della bieticoltura italiana.
Dopo questo primo inizio fu vitale organizzare i rapporti tra bieticoltori ed industriali. Nacquero quindi le prime organizzazioni di categoria. Nel 1904 gli industriali costituirono l' unione zuccheri che nel 1925 si trasformò in Consorzio Nazionale Produttori Zucchero (CNPZ). Nel secondo dopoguerra (1945) nacque l' Associazione Nazionale fra gli Industriali dello Zucchero, dell' Alcool e del Lievito (Assozucchero), tuttora operante.
Sul versante agricolo nel 1927 nacque a Bologna la Federazione Nazionale Bieticoltori (FNB). Nel 1932 la Federazione fu trasformata in Associazione Nazionale Bieticoltori (ANB).
Oggi operano l' ANB, il CNB (Consorzio Nazionale Bieticoltori nato nel 1962), l' ABI (Associazione Bieticoltori Italiani nata nel 1992 dall' accorpamento di associazioni locali di Ferrara, del Veneto, delle Marche e della Puglia) e da alcune altre piccole associazioni locali.
Nel 2002 in Italia hanno operato circa venti zuccherifici con una produzione di zucchero di 1.410.000 tonn e la coltivazione della bietola è localizzata nelle aree indicate nella figura

 

 

 


Ottavio Munerati ritratto nell'unica fotografia conosciuta.
Nacque a Costa il 18 aprile 1875, morì a Rovigo il 18 giugno 1949. A lui si deve la scoperta dell'unica fonte utilizzabile di resistenza contro la cercosporiosi.
 

Bibliografia

ASSOCIAZIONE NAZIONALE BIETICOLTORI

1995 Annuario generale della bieticoltura italiana, 1995/96.

Ed. Avenue Media, Bologna, 415 p.

BERTI-PICHAT C.
1888-Istruzioni scientifiche e tecniche, ossia corso teorico e pratico di agricoltura - Vol. V UTET Torino, 1539 p.
BIANCARDI E., CASARINI B., RANALLI P.
1999 - La barbabietola negli ambienti mediterranei Ed. Agricole Bologna, 668 p.
BONGIOVANNI G.C., GALLARATE G., PIOLANTI G.
1958 - La barbabietola da zucchero - Ed. Agricole Bologna, 636 p.
CIANCARELLI E.

1939 - Emilio Maraini e l' industria saccarifera italiana.

Bozzo e Coccariello, Genova, 31 p.

FORNACIARI J.
1934 - Attività e problemi dell' organizzazione dei bieticoltori. Stabilimenti Tipografici Riuniti, Bologna, 723 p.
MUNERATI O.
1908 - La coltivazione della bietola zuccherifera. Tipografia sociale Editrice, Rovigo, 334 p.
NICOLINI P.
1925 - Bietole e Zucchero in Italia. Relazione della Commissione nominata dal Ministro dell' Agricoltura Nazionale, Industrie Grafiche Ferrara, 306 p.
SANGIORGIO P.
1809 - Della coltivazione della bietola come pianta da zucchero. Trad. da Strauvogl, Tip. Giovanni Silvestri, Milano, 52 p.