AI SENSI DEL D.M. N. 79 DEL
11/05/1992 E D.M. N. 185 DEL 13/09/1999
Il prelievo
dei campioni da sottoporre ad analisi costituisce una operazione molto delicata
e di primaria importanza, pertanto dovrà essere effettuata tenendo conto
delle seguenti indicazioni:
- Individuare
la zona di campionamento, che dovrà essere un'area omogenea per colore,
aspetto fisico, ordinamento culturale, fertilizzazioni ricevute in passato,
vegetazione coltivata e spontanea.
- Su tale
zona effettuare con le apposite sonde, eventualmente messe a disposizione
dal C.I.S.A.C., un numero appropriato di prelievi in rapporto alla superficie
da campionare (come indicato nella tabella), seguendo uno degli schemi di
seguito riportati.
Escludere però dal campionamento i bordi e le zone anomale (bassure,
affioramenti, ...)
Nei terreni a prato o a pascolo e nei frutteti inerbiti eliminare la parte
aerea della vegetazione e prelevare il campione alla profondità interessata
dalla maggior parte delle radici.
- I campioni
elementari così ottenuti verranno posti in un unico contenitore da
cui, dopo accurato mescolamento, si preleveranno circa 2 Kg di terreno che
costituiranno il campione finale.
- Inserire
ciascun campione finale in un sacchetto di plastica pulito, chiuderlo e allegare
ad esso un cartellino contenente tutti i dati identificativi del campione
e dell'azienda di riferimento.
Esempio
di superficie campionabile e numero minimo di prelievi elementari consigliati:
Sup. camp.
Ha |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
N. prelievi |
15 |
15 |
18 |
24 |
30 |
Per superfici maggiori di 5 Ha si consiglia di prelevare almeno 1 campione ogni
5 Ha.
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